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I Rothschild. Storia di una grande famiglia di banchieri


di Sabrina Chiesa

Fin dal 1849 i grandi banchieri Rothschild sono stati presenti nella vita finanziaria del Regno di Sardegna.

La penisola italiana a metà Ottocento

La penisola italiana a metà Ottocento

La necessità di denaro da parte del Regno Sabaudo era dettata da varie ragioni:

- gli strascichi della sfortunata guerra 1848-49, con le grandi indennità da pagare all’Austria;

- grandi spese per la tratta ferroviaria Torino-Genova a carico dello Stato;

- le pensioni di guerra;

- le spese relative al funzionamento dei nuovi istituti parlamentari;

- i sussidi agli emigrati.

Assodato il disinteresse delle maggiori banche inglesi, a Parigi i Sabaudi si erano scontrati con la decisione dei Rothschild, seguita poi da tutte le più influenti banche francesi, di non impegnarsi fino a quando non fosse stato definito l’ammontare dell’indennità richiesta dall’Austria, dunque l’atteggiamento della banca Rothschild era molto influente sulle altre case bancarie.

Nel 1849 l’autorità personale di Camillo Cavour cresce sempre più, specie in relazione alla fusione delle Banche di Genova e di Torino e al ruolo rilevante nelle trattative per il primo prestito Rothschild. In vista di tale prestito, James de Rothschild, il “Gran Barone”, era giunto persino a Torino il 24 settembre. In quel momento solo la casa Rothschild sembrava interessata alla richiesta Sabauda, dunque non si aveva molta scelta.

Camillo Benso conte di Cavour (1810-1861)

Camillo Benso conte di Cavour (1810-1861)

Il prestito fu concluso per 2.286.300 lire. Si riconosce “l’importanza storica di quel primo grande prestito internazionale, col quale, in contrapposizione all’autonomia finanziaria del periodo carlo-albertino, si inaugura quella stretta integrazione tra finanza piemontese e finanza internazionale che sarà una delle caratteristiche innovative più importanti del decennio cavouriano” (R. Romeo “Cavour e il suo tempo” Vol. II)

Già all’inizio del 1850 vi è una trattativa per un nuovo prestito, siglato in febbraio, sempre con i Rothschild, e un terzo nell’autunno dello stesso anno.

Appena Cavour assume la direzione delle finanze tenta tutte le strade per liberare il Paese “dalla servitù del gran capo di Israele” (Cavour scrive a Castelli nel 1851), riferendosi al Barone Rothschild, pur mantenendo ottimi rapporti personali con il grande banchiere. Dunque Cavour avvia contatti con altre banche e ottiene un prestito dal banchiere Charles Hambro, di origine danese ma con sede a Londra, e lo ottiene nel luglio del 1851. All’inizio tutto appare andar bene, ma dopo pochi giorni si scatena la manovra al ribasso, per opera di Rothschild, detentore di molti titoli piemontesi acquistati segretamente.

Nel dicembre 1852 la tensione esistente sul mercato interno consigliava di contrarre un nuovo prestito estero e Rothschild, deciso a rientrare nella finanza del Piemonte, era pronto ad offrire condizioni eccezionali. “Ammaestrato dall’esperienza, Cavour aveva smesso da tempo i suoi pregiudizi contro la grande banca ebraica, e, pur dichiarando di non essere “inféodé à cette maison”, precisava tuttavia di non avere “pas de motifs puor repousser ses prepositions si elles ètaient reisonables”” (R. Romeo “Cavour e il suo tempo” Vol. II). Così il 2 marzo del 1853 Rothschild rientra nel mercato finanziario Piemontese, senza più mollare la presa.

Nel 1854 Cavour decide di far appello anche al mercato interno, e con tali premesse in questo stesso anno viene concluso con Rothschild un nuovo prestito, ma in parte coperto da una sottoscrizione interna. I tempi in cui Cavour sperava di sottrarre il governo dalla banca ebraica, ormai erano lontanissimi, svaniti di fronte alla dura realtà.

Il quadriennio 1855-1858 è stato caratterizzato da un forte investimento per la rete ferroviaria, con la realizzazione di 511 Km di strada ferrata, grazie anche ad un intervento crescente da parte della banca Rothschild.

L’afflusso di cospicui investimenti esteri fu utilizzato anche per altri servizi pubblici, come gli acquedotti e l’illuminazione a gas.

Dunque, da quanto si evince dai documenti, la banca Rothschild, con particolare riferimento al barone James, ramo francese, è intervenuta massicciamente nella finanza Piemontese.

Ma chi sono i Rothschild e come hanno costruito la loro immensa fortuna e il loro potere finanziario?

Il Ghetto di Francoforte

Il Ghetto di Francoforte

La famiglia Rothschild è di origine tedesca ebraica e assume tale cognome (che significa “scudo rosso”) nel 1700. Il primo Rothschild che si distingue è Mayer Amschel Rothschild, nasce nel ghetto di Francoforte nel 1744, la sua famiglia ha accumulato ricchezza con una agenzia di cambio, attività molto fiorente in Germania essendo composta da molti Stati. Mayer Amschel comprende che tale attività, però, non è sufficiente ed inizia anche a commerciare in pietre preziose e monete rare, facendo molti affari con nobili tedeschi e anche con il principe Guglielmo. Nonostante gli affari vadano benissimo, è costretto a vivere nel ghetto e subire atteggiamenti offensivi perché è ebreo.

Mayer Amschel Rothschild (1744-1812)

Mayer Amschel Rothschild (1744-1812)

Al ghetto, e non ai singoli abitanti, vengono imposte le tasse, dunque il capo del ghetto ha il compito di suddividerle tra gli abitanti ma in modo che i più ricchi paghino una quota maggiore, aiutando così gli indigenti e ciò crea una forte unità tra gli ebrei e una grande riconoscenza e ammirazione verso i più facoltosi. Essere ebreo ricco, poi, significa aver molti contatti con i cristiani benestanti, elemento che rappresenta un grande onore per tale comunità. I legami sono rafforzati anche dalle molte tradizioni che vengono tramandate nel tempo.

Con le conquiste di Napoleone I vengono eliminati i ghetti con le loro relative restrizioni, gli ebrei perciò acquisiscono i diritti come gli altri cittadini e per loro si aprono molte porte per inserirsi nella società: molti di essi decidono di far studiare medicina ai loro figli, o far intraprendere la carriera universitaria o professionale. Anche la società inizia a considerare l’ebreo non più come usuraio, ma come uomo che impresta denaro per investirlo e che fonda società.

Anche in Germania si attua questo cambiamento, ma non in tutte le città avviene nello stesso modo, ad esempio a Francoforte l’opposizione dei tedeschi verso queste novità è molto forte, dunque qui agli ebrei vengono riconosciuti pochi diritti. Nonostante ciò si respira un’aria di maggior libertà e Mayer Amschel fa abbandonare i vestiti e le barbe tradizionali ai figli e favorisce i loro contatti con i cristiani, inoltre li indirizza a studiare alcune lingue straniere (l’inglese, il tedesco e il francese). Asher ha dieci figli, cinque maschi e cinque femmine; per i maschi compie una scelta decisiva che aumenterà il potere della famiglia, cioè fa stabilire i figli in cinque città europee diverse: Nathan (designato come futuro capofamiglia) a Londra, James a Parigi, Salomon a Vienna, Carl a Napoli, mentre Amschel, il primogenito, rimane a Francoforte.

I cinque fratelli Rothschild

I cinque fratelli Rothschild

In questo modo la famiglia R. aveva un punto di riferimento e una rete di contatti in tutta Europa e in Stati cruciali. Per mantenere costanti i loro rapporti e trasmettere velocemente importanti messaggi, avevano creato un loro servizio di posta privato, che era molto più veloce persino delle poste delle ambasciate europee: dunque loro riuscivano ad essere a conoscenza di importanti informazioni politiche ed economiche prima di chiunque, anche degli stessi sovrani, e questo fattore ha reso i R. molto potenti.

Intanto i R. vengono nominati Baroni dall’imperatore austriaco, grazie ad un grande prestito elargito all’Austria. Salomon aveva la possibilità di essere anche nominato gestore delle finanze dell’imperatore, ma ha sempre rifiutato, non aveva nessuna intenzione di “legarsi” ad un sovrano.

Affinché tale potere e le notevoli ricchezze non andassero disperse, Mayer Amschel aveva imposto delle condizioni nel suo testamento:

- il patrimonio doveva essere suddiviso ed ereditato dai figli maschi, alle figlie era riconosciuta solo una dote, anche se notevole;

- l’insieme del patrimonio era considerato come un patrimonio “societario”, dunque se uno dei figli in futuro avesse voluto abbandonare tale “società”, prima di rivolgersi ad un legale avrebbe dovuto dare la gran parte della sua eredità agli altri fratelli soci, naturalmente tale condizione era un forte deterrente per una possibile divisione;

- esortava i matrimoni tra i membri della grande famiglia R. (così fratelli giovani sposavano le figlie o le nipoti dei fratelli più vecchi).

Per quanto riguarda le scelte finanziarie, i R. non hanno investito nella prima rivoluzione industriale, ritenendo molto più redditizio imprestare denaro a sovrani e a nobili, invece cambiano strategia per la seconda rivoluzione industriale, nella metà dell’800, dove decidono di investire ma emettendo azioni.

Le realtà in cui vivono i due fratelli Nathan a Londra e James a Parigi sono notevolmente diverse: in Inghilterra la comunità ebraica era molto unita ed economicamente forte, mentre a Parigi, a causa di passate persecuzioni, le famiglie ebree si erano disperse nel territorio francese e quando sono stati accettati nuovamente nella capitale, avevano sviluppato usi, costumi e riti diversi, rendendo la comunità meno coesa. Però in Inghilterra non potevano studiare come gli altri giovani inglesi, invece in Francia erano riconosciuti maggiori diritti.

Comunque i R. non hanno mai dimenticato di essere ebrei, infatti hanno sempre aiutato persone della loro comunità e sostenuto cause internazionali. Gli ebrei, pur non potendo fare politica, erano molto potenti e intorno alla metà dell’800 iniziavano ad esserci correnti antisemite che criticavano il loro potere economico; anche la famiglia R. percepisce tale umore.

Nel 1836 muore Nathan perciò James viene il capofamiglia e sarà il punto di riferimento di tutti i nipoti.

James de Rothschild (1792-1868)

James de Rothschild (1792-1868)

James è un uomo autoritario con i dipendenti e per i suoi figli esige la migliore istruzione. Ma è anche un mecenate, ad esempio sostiene Chopin e Balzac.

Nel 1848 James è sorpreso dal contesto storico, è preso in contropiede, subisce grandi perdite ed è travolto dalla rivoluzione, ma resiste a questa tempesta per i seguenti motivi:

- non è un uomo solo, è molto forte il legame e la condivisione del potere con gli altri parenti in Europa;

- elargisce molto denaro ai nuovi politici;

- la nuova classe dirigente è composta dagli stessi uomini che vi erano prima della rivoluzione.

Uno degli ultimi investimenti attuati da James è stato l’acquisto della proprietà Chateau Lafite nel Medoc.

James de R. nasce nel 1792 e muore nel 1868. Uno dei suoi figli andrà negli Stati Uniti d’America, dove fonderà una succursale della banca R.

Testi di riferimento:

“Cavour e il suo tempo” vol. II di Rosario Romeo

“James de Rothschild” di Anka Muhlstein

Santena, 3 aprile 2024