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VITTORIO EMANUELE II: - A Lei, onorevole Salandra! ... Oramai quello è il suo posto!
GIOLITTI: - Côntacc! Non sono più in tempo a portarglielo via!

Dalla Tribuna Pubblica, quattro poveri italiani d'altri tempi, non visti, ma PRESENTI, assistono alle sedute della Camera.

CAMILLO DI CAVOUR, ora che si avvicina il momento di convocare il Parlamento in quella Roma, che tu non vedesti capitale; Camillo, discendi giù - italico spirito santo - sull'assemblea nazionale; illumina i lucidi cranii. Irraggia le imburrate teste.

CAVOUR A SALANDRA: - Creda a noi che lo abbiamo confezionato; è una calzatura solida fatta per camminare e non per segnare il passo!

Il ministro del piccolo Piemonte ed i ministri della Grande Italia.

A cent'anni dalla morte

CAVOUR: - Troppe parole, cari amici! Chiacchjerate meno e seguitemi di più!

A cent'anni dalla morte

Il grande uomo di un piccolo stato

Sarebbe tempo di lasciar dormire in pace gli avi dei secoli scorsi e studiare un po' di più il babbo del tempo presente che tutti dovrebbero avere per catechismo.

Allude alla cerimonia esaltativa di Macchiavelli.

«... Solferino, San Martino»:«Ritrovasi finalmente per fortuna un automedonte sportman, il quale basandosi sul proverbio tutte le strade conducono a Roma, mentre egli parte per Parigi, manda Gianduja in Crimea, per farvi sentire la sua musica che non manca d'effetto ...».«... mentre sotto al Cenisio era cominciata la musica della perforatrice, l'impaziente sportman Cavour ne discende con un altro maestro di cappella e numerosa orchestra...».

«Le armi depone al gran pensier devoto ne ammira il compimento e scioglie il voto».

L'ombra di Cavour benedice la unione di Roma all'Italia nello spirito fondamentale di «libera Chiesa in libero Stato»

Un panciotto imbottito, togliersi i baffi e due pomi in bocca per gonfiarsi le gote, ed Urbano (Rattazzi) è pronto a scimmiottare il Grand'Uomo alle Conferenze di Parigi.

Quando c'era quel piccolo grande ometto sì che sapeva tener le briglie!