17 MARZO ALLIEVE E ALLIEVI PER LA FESTA DELLA PATRIA
L’Associazione Amici di Camillo Cavour si propone come riferimento per le comunità interessate. Quale altra data se non questa? L’Italia unita è una tappa nell’emancipazione della povera gente. La scuola per la formazione, le iniziative e le celebrazioni sul valore dell’Unità italiana ed europea.
L’indirizzo della legge 222/2012 è preciso.
Le allieve e gli allievi delle scuole sono i soggetti beneficiari.
Il 17 marzo con i suoi quattro pilastri: Unità nazionale, Costituzione, Inno e Bandiera, è la festa
che riempie quel vuoto che il 25 aprile, il 1° Maggio, il 2 giugno e neppure il 4 novembre sono in grado di colmare. Passati dodici anni ci si accorge di quanto è giusto aver incardinato le disposizioni nelle scuole, il luogo in cui si formano le nuove generazioni. L’articolo 1 non lascia dubbi “A decorrere dall'anno scolastico 2012/2013, nelle scuole di ogni ordine e grado, nell'ambito delle attivita’ finalizzate all'acquisizione delle conoscenze e delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione», sono organizzati percorsi didattici, iniziative e incontri celebrativi finalizzati ad informare e a suscitare la riflessione sugli eventi e sul significato del Risorgimento nonche’ sulle vicende che hanno condotto all'Unita' nazionale, alla scelta dell'inno di Mameli e della bandiera nazionale e all'approvazione della Costituzione, anche alla luce dell'evoluzione della storia europea”.
Il Parlamento ha scelto la cura dell’educazione, dell’istruzione, della conoscenza per superare i pregiudizi che permangono sul valore dell’Unificazione. Perché quando si parla non già dell’Italia, ma dell’Unità d’Italia, subito rispuntano i distinguo e le lamentele. Manifestazioni di un malessere legato alla non conoscenza. Sovente frutto di visioni legate al particolarismo. Alle piccole patrie familiari, locali, zonali o regionali. All’antipatia verso questo o quell’altro tra quattro figure modello del Risorgimento: Cavour, Vittorio Emanuele, Garibaldi e Mazzini.
Un disagio che insiste sui ritardi e sugli errori successi durante quella che è stata una vera e propria rivoluzione. Piuttosto che sui dati positivi e sui risultati conseguiti con la nascita dello Stato unitario. Un malessere contraddittorio che sovrappone inappropriatamente il contesto sociale e territoriale di ieri a quello di oggi. Perché, nonostante tutto, oggi gli Italiani convivono sicuramente meglio delle generazioni precedenti. Con in più i vantaggi derivanti dall’essere un Paese dell’Unione Europea. Sì, certo si poteva fare meglio. Ma una cosa è innegabile. Il processo sfociato 163 anni fa nell’Italia unita ha favorito l’emancipazione di milioni di italiani. Perché chi prima e chi dopo. Chi di più e chi di meno. Chi all’Est, chi all’Ovest. Chi al Sud, chi al Centro e chi al Nord, tutti ne hanno beneficiato. Per questo non si capisce perché oggi si continui a ragionare con la testa rivolta all’indietro. Pur di non vedere i vantaggi derivati dall’Unificazione e dall’appartenere alla patria Europea comune.
Vista dalla città di Camillo Cavour, la scelta del 17 marzo è il punto d’arrivo di un complesso percorso finalizzato alla riscoperta della storia sociale degli Italiani. Un percorso che ha visto i contemporanei di Cavour e le generazioni successive emanciparsi grazie alla funzione svolta dalla scuola con le riforme Casati e Coppino. E grazie alla Costituzione, che sancì il progressivo passaggio delle Italiane e degli Italiani di umili origini dalla condizione di sudditi e di servi a quella di cittadini, portatori di doveri e di diritti.
Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 26 marzo 2024. P.374