Il castello
Archivio
La storia del castello
Sul lieve rialzo, oggi sede della villa e della chiesa, fin dall’ottavo secolo d.C. sorgeva un antico castello, cinto da mura, torri e fossati.
Ai primi del'700 Santena contava circa 1.600 abitanti ed il vecchio borgo feudale conservava ancora l’aspetto originario: la rocca era divisa tra i vari consignori del feudo. C’era il castello cinquecentesco dei Benso, il Castellazzo dei Tana di Baiard, il Castelvecchio dei Fontanella, un antico fabbricato dei Balbiano, la Torrazza consortile, che serviva anche da prigione, e una cappella dedicata a San Paolo.
Il vecchio castello dei Benso fu demolito nel 1708 da Carlo Ottavio Benso, che al suo posto fece costruito, tra il 1712 ed il 1722 il nuovo edificio. Il progetto è di Francesco Gallo, architetto di Vittorio Amedeo II. Il Conte Benso acquistò inoltre la proprietà dei Fontanella ( dove oggi si trova la Sala Diplomatica) ed il Castellazzo dei Tana ( unica torre ancor oggi esistente). Altri edifici furono demoliti per costruire la Chiesa parrocchiale.
Il nuovo castello aveva un basamento a scarpa, un corpo centrale di due piani e due ali leggermente sporgenti con 3 piani. Internamente, al piano del giardino, c'erano i locali adibiti a cucina, cantina, ghiacciaia e magazzini; il piano nobile occupava il primo piano; un mezzanino ospitava la servitù; al secondo piano c'erano le camere padronali ed al terzo, nelle ali, le camere per i forestieri.
Nel 1748 la linea maschile dei Benso di Santena si estinse ed il Vescovo di Torino concesse l'investitura del feudo a suo nipote Francesco Oddone Rovero di Pralormo. I Benso di Cavour, come parenti più prossimi, reclamarono la successione dei Benso di Santena. La disputa giudiziaria si risolse solo nel 1760, con la divisione a metà del feudo e del castello. Solo nel 1777 i Benso riacquisterono dai Solaro l'altra metà. A quest'epoca risale, probabilmente, l'aggiunta di un balcone di pietra al secondo piano che fu poi demolito dopo il restauro del 1840.
In precedenza, tra il 1760 ed il 1770 ci furono i primi interventi di restauro, con la realizzazione degli stucchi del Salone delle Cacce. Tra il 1780 ed il 1790, invece, fu la volta degli stucchi della Sala diplomatica.
Nel 1816 furono abbattute le vecchie case davanti all'ingresso verso l'abitato, ricavando la piazzetta che è visibile ancora oggi.
Verso il 1840 il corpo centrale del castello fu alzato per collegare internamente le due ali.
Gli esterni furono restaurati tra il 1876 ed il 1888 dalla marchesa Giuseppina Benso Alfieri di Sostegno, che affidò l'incarico all'architetto Amedeo Peyron. Nello stesso periodo fu restaurata anche la Torre, che fu trasformata - per volere della nipote di Camillo - nel Memoriale cavouriano.