Pezzana, Giuseppe Luca

divisore

bon prieur, prieur

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Il priore Giuseppe Pezzana, nato a Piobesi Torinese nel 1758, resse la parrocchia di Santena dal 1796 al 10 settembre 1838 ed era legato da viva amicizia con i Cavour, i quali ne assecondavano generosamente le iniziative benefiche a favore della popolazione. La bolla pontificia, che gli conferiva il Priorato, così si esprime:«Il Priorato fino a questa Bolla si era soliti conferirlo, per concessione apostolica, sotto il nome di Commenda a vita del Commendatario. Per la morte del Priore Ambelli, ultimo commendatario, il Priorato è vacante.Prima che questo Priorato fosse dato in Commenda era Priorato Regolare... e, tutte le volte che si rendeva vacante e per tutto il tempo della vacanza, era retto dai Canonici Agostiniani... Ma ora non essendovi più i Canonici di S. Agostino, manca l'elemento Regolare, per cui quel Priorato cessa di essere regolare. Noi oggi estinguiamo la consuetudine di darlo in commenda ... ». Essendo diventata la Parrocchia di Santena di libera collazione, fu messa a concorso canonico il 12 aprile 1796. Il teologo Pezzana fu dichiarato primo idoneo e nominato Priore-Parroco. Egli fece il suo ingresso fra il giubilo dellapopolazione santenese, conducendo con sé come Vicecurato Don Giuseppe Cerchio di None. Il Priore Pezzana nel 1816 fece ingrandire e restaurare la chiesa parrocchiale.Con le sue sante industrie aumentò le rendite della parrocchia. Provvide la casa canonica. Fondò un reddito annuo di lire 400 (molto per quei tempi) per un sacerdote, possibilmente di Santena, che coadiuvasse il Parroco. Legò alla Parrocchia un suo proprio giardino e una scelta biblioteca. Moriva il 10 settembre 1838, fra il rimpianto di tutti i Santenesi.Fu sepolto in chiesa fra i due pilastri, che stavano dietro il pulpito.Il Teol. Pezzana fu uomo ammirabile per ingegno, dottrina e integrità di costumi. Fu pastore zelantissimo per 42 anni e insigne benefattore della parrocchia e di tutte le pie istituzioni di Santena.Era chiamato padre dei poveri, che soccorreva in ogni loro necessità. In morte li lasciò eredi di ogni sua sostanza.

Fonte: Epistolario - Santena nella storia