GEN
5
1860

Cugia, Efisio a Cavour, Camillo Benso di 1860-01-05 #3881


Mittente:
Cugia, Efisio.
Destinatario:
Cavour, Camillo Benso di.
Data:
05 Gennaio 1860.

                                                                                               Firenze, 5 gennaio 1860

      Ricevo in questo momento la tua lettera del 3 corrente. Certamente Boncompagni e fors’anche Ricasoli non avranno difficoltà di adornare la missione Azeglio di quell'orpello che può renderla apparentemente più brillante. Ma ancora questa mattina Ricasoli mi dichiarò che, mentre approvava la destinazione del D'Azeglio, egli intendeva mandare a Parigi delegati speciali della Toscana, e mi nominò Galeotti e Fabrizi. Non so se ciò possa convenire al D'Azeglio, ma ti posso però assicurare che questa è opinione irremovibile di Ricasoli; già entra nel sistema tenuto sin ora di conservare intatta l'autonomia toscana sino all'unione al Piemonte: e questo sistema è quello che fa la sua forza in questo paese, me ne convinco tutti i giorni di più. Saprai che al ballo della Crocetta intervenne l'eletta della società toscana e forestiera, malgrado che il partito reazionario abbia tentato di spaventare gli invitati facendo scoppiare due grossi pétards attorno al palazzo. Le signore mostrarono molto coraggio, e più d'una che non contava venire per ragione di lutto, venne, sentito il caso, per una dimostrazione. Il nemico era in casa; furono lanciate dal secondo piano da antichi inservienti della casa di quello che è ecc. come dicono nel popolo; furono fatti degli arresti e pare tengano in mano il filo della matassa.
      L'altra sera ebbi lunga conversazione con Cini, il quale si lamentava del Governo riguardo all'imprestito. Ci domandano, egli mi disse, di prendere ipoteca sugli stabili, ma allora come potremmo dire alla Toscana che il Piemonte ci ha aiutato? Ci risponderanno: non ha fatto che un affare; diceva che tu solo avevi compreso la cosa, e ne era molto disgustato. Il Governo toscano desidera sinceramente l'unione, dice le provincie anche molto portate a ciò. In Firenze poi non vi sono contrari, non vogliono assolutamente la ristorazione, ma la soluzione di un principe di Casa Savoia sarebbe ben lontana dall'essere mal accolta. E veramente quando si conosce un po' Firenze, l'esistenza assai sparsa di questo sentimento si capisce. Tuo nipote si regola con tutta quella prudenza che il suo carattere comporta, ma la sua posizone è pregiudicata in Firenze. Non v'ha corrispondenza che esca nel Risorgimento di Torino, non v'ha voce di opposizione che a lui non sia attribuita, ed è in uggia a tutto il partito liberale. Lui non se ne accorge perchè si trova bene accolto in società ed ha qualche amico che lo adula. Boncompagni, che è uomo buono e debole, l'aveva chiamato per qualche giorno, e poi non seppe come disfarsene.
      Questa mattina venne da me Cadorna e mi rappresentò che la presenza di Alfieri faceva gran torto a Boncompagni. La sua missione era ufficiosa, ma veniva dall'alto. Gli dissi francamente a Boncompagni che bisogna darli una missione per Torino e che più non ritornasse. Mi promise di farlo. Vedremo se ne avrà il coraggio.
      Ho imparato nei giornali la triste manovra di partito sotto la bandiera dello Stendardo italiano, e poi della Società armata. Mi spiacque il vedere quel buon uomo di Garibaldi zimbello di pochi uomini acciecati dalla passione, e dall'ambizione non giustificata. Dio voglia che il partito liberale tenga sempre saldo, poiché certuni sarebbero capaci di condurre il paese all'ultima rovina per imbecillità e per cattiveria.
      Questa mattina ho ricevuta diretta a Boncompagni una lettera di Farini assai strana. Ha deciso di fortificare Bologna; cioè sta per fortificarla, conta di metterla al coperto di un colpo di mano; ma invece dice che entro l'anno spenderà due milioni (?), che questa fortezza essendo il baluardo dell'Italia centrale (?), come Piacenza è per il Piemonte (?), invita Boncompagni a indurre il Governo toscano a far provvedere entro tre mesi 250 bocche a fuoco di grossissimo calibro con tutti gli attrezzi e munizioni necessarie. Prescindendo dalla leggerezza somma con cui sono domandate le differenti specie di bocche a fuoco, e dell'impossibilità in cui si trova la Toscana di fare una simile somministranza in tre mesi, mentre non lo potrebbe forse il Piemonte; ma è impossibile che nello stato attuale delle relazioni fra i due Governi la Toscana si presti a tuttociò senza sapere che si vuol fare, e solo per semplice decreto di Fanti. Farò una lettera d'osservazioni a Fanti, ed anche a Farini, ma se gli affari vanno così non mi stupisce punto che non possano andare d'accordo. Né l'autorità illusoria che ha Boncompagni è tale da poter impedire tosto o tardi una totale separazione fra gli Stati della Lega. Ti saluto caramente e sono tuo aff.
                                                                                                                       E. Cugia

divisore
Nomi citati:
Efisio Cugia, Boncompagni, Fanti, Farini, Fabrizi, Ricasoli, Azeglio, D'Azeglio, Galeotti, Cini, Risorgimento, Cadorna, Alfieri, Garibaldi, Stendardo italiano.
Toponimi citati:
Firenze, Parigi, Toscana, Torino, Piemonte, Bologna, Piacenza.

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