AGO
14
1850

Cavour, Gustavo Benso di a Direzione dell’Écho du Mont Blanc 1850-08-14 #2810


Mittente:
Cavour, Gustavo Benso di.
Destinatario:
Direzione dell’Écho du Mont Blanc.
Data:
14 Agosto 1850.

Thorens, il 14 agosto 1850

      Signore,
      Ho letto nel vostro stimato giornale la seguente frase che si trova nel vostro numero di ieri: Osserviamo che il direttore del Risorgimento, sig. Camillo di Cavour, amico dell'infermo, non l'abbandonò sino all'ultimo momento, e si è interessato a sostenere sino alla fine lo scandalo che egli senza dubbio provocò. - Più sotto voi dite che gli amici dell'infelice Santa Rosa hanno probabilmente ragione in non voler accettare come reale la dichiarazione che questo sfortunato ministro fece negli ultimi suoi momenti, e per cui egli sottometteva il suo giudizio a quello del Vicario di Gesù Cristo.
      Ricorro alla vostra imparzialità onde ottenere l'inserzione nel vostro foglio di alcune rettificazioni riguardo a ciò che si trova d'inesatto nel citato articolo.
      Certamente le dottrine professate da mio fratello e da me sono assai differenti. Basti per convincersene, il riflettere che egli è direttore del Risorgimento, ed io uno dei direttori dell'Armonia. Tuttavia vi ha un punto importantissimo, sul quale noi ci siamo sempre trovati perfettamente d'accordo, ed è quello della perfetta libertà ed indipendenza  della coscienza religiosa in faccia all'autorità civile in un paese libero. Così senza aver avuto tempo di consultarlo, fo sicurtà che mio fratello biasima certamente l'assurda pretesa di coloro che vogliono chiamare i laici a giudicare una questione puramente spirituale, qual è quella del rifiuto dei sacramenti; che egli disapprova gli scandalosi eccessi della plebaglia di Torino contro i rispettabili Padri Serviti, ed è lontano di approvare l'atto incostituzionale ed arbitrario, col quale il Ministero, violando tutte le guarentigie della libertà individuale, fece tradurre in una prigione di stato un Prelato venerato da tutti ì sinceri cattolici.
      Oltre poi a queste generali considerazioni ho prove assai più dirette, che mio fratello non ha, come viene accusato, provocato lo scandalo successo a Torino.
      Io lasciai la capitale il giorno 2 agosto. L'infelice Santa Rosa era già gravemente ammalato, e si cominciava a disperare di sua guarigione; egli avea già fatto chiamare il confessore, col quale discuteva i segreti di sua coscienza. Mio fratello, che era difatti suo amico, si recava regolarmente per avere di sue notizie, e soventi non entrava neppure nella camera dell'infermo; quando entrava gli parlava pochissimo, essendo un quasi assoluto silenzio rigorosamente ordinato all'infermo dai medici; finalmente egli si asteneva d'influenzare l'amico in un affare di intima coscienza. So che mio fratello continuò nella stessa riserva nei giorni successivi: solamente la sera del 5, la signora di Santa Rosa vedendo che cominciava l’agonia di suo marito fece richiedere mio fratello, il quale non era in casa. Fu ricercato in vari luoghi, si perdé tempo, sicché non giunse presso il suo amico, che quando questi avea già perduti i sentimenti, e non potè che raccogliere l'ultimo respiro. Le vostre espressioni che egli non ha lasciato l'infermo sino all'ultimo momento sono tali da persuadere i vostri lettori, che egli prestò all'infermo una continua assistenza, ciò che è, come voi ben scorgete, tutt'altro che esatto.
      In quanto al dubbio che movete sulla dichiarazione che il morente avrebbe fatto di sommessione al Sovrano Pontefice, non trovo su di che appoggiarlo. La mia corrispondenza di Torino mi accerta che questa dichiarazione è stata fatta nei termini riportati dall'Armonia nel suo numero del 6 agosto. Questa dichiara fu senza dubbio assai tarda e poco esplicita; tuttavia il venerabile Arcivescovo di Torino, che nessuno potrà accusare di pusillanimità e di debolezza, dopo un maturo esame, la giudicò sufficiente per autorizzare ali felice defunto la sepoltura ecclesiastica. Non so come dopo questo si voglia rivocare in dubbio ciò che giudizio si grave confermò pienamente? Speranzoso d'una favorevole accoglienza ho l'onore ecc.
Gustavo di Cavour


      PS. Credo dover aggiungere che, poco dopo i tristi avvenimenti in discorso, mio fratello si allontanò da Torino per un piccolo viaggio, dimodoché esso non può essere reso risponsabile di tutto ciò che si stampò nel Risorgimento, e specialmente di ciò che è contrario a' suoi principi abbastanza conosciuti sul rispetto dovuto alle convinzioni religiose.

divisore
Nomi citati:
Risorgimento, Gesù Cristo, Armonia, Santa Rosa, Sovrano Pontefice, Arcivescovo di Torino.
Toponimi citati:
Thorens, Torino,.

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