GEN
28
1860

Cavour, Camillo Benso di a Serra, Orso 1860-01-28 #3973


Mittente:
Cavour, Camillo Benso di.
Destinatario:
Serra, Orso.
Data:
28 Gennaio 1860.

(Personale e confidenzialissima)
                                                                                                  Torino 28 gennaio 1860

      Debbo spiegarle prima di tutto il motivo che determinò il dispaccio di ieri. Sia a cagione della negligenza dell'impiegato che ciffrò [sic] il suo dispaccio, sia perchè il chiffrant di Chambéry è pessimo, questo riuscì quasi inintelligibile. Dopo lunga fatica il Gabinetto credette d'interpretarlo nel senso che vi dovesse essere dimostrazione antisarda, in cui si sarebbe fatto sventolare bandiera francese. Vedo con piacere che trattasi di tutt'altra cosa e che anzi la dimostrazione sarà unionista, onde non v'è motivo per impedirla. Basta che il Governo non possa essere accusato di averla promossa.
      Rispetto alla questione della separazione Le dirò schiettamente quel che ne penso. Il Governo non è legato da nessun impegno di cedere la Savoia alla Francia. Esso desidera di conservarla, e per riuscirvi farà tutti gli sforzi conciliabili colla alleanza francese e coll'attuazione dei principi messi in campo e seguiti in Italia. Se però i savoiardi invocassero essi medesimi e per sé l'applicazione di questi stessi principi, il Governo né vorrebbe né potrebbe ricorrere a mezzi violenti di repressione. Fedele all'antica massima di Casa di Savoia, che non tenne mai soggetti colla forza i popoli riluttanti, il Governo non potrebbe osteggiare al di là delle Alpi il sistema della nazionalità quando fosse invocato dal popolo nei modi legali. Questo, e non altro, fu risposto alle sollecitazioni dell'Imperatore. Sta dunque nelle mani dei savoiardi stessi il destino della Savoia. Se essi vogliono davvero rimanere uniti al regno ed alla dinastia sappiano resistere alle mene degli agenti francesi. Giammai il Governo potrebbe disporsi a cedere una provincia come si farebbe d'una merce. Ma in pari tempo esso mai non si opporrebbe colla forza alla volontà nazionale legalmente manifestata.
      In quanto agli intrighi degli agenti officiali ed ufficiosi della Francia, bisogna sventarli abilmente senza che l'opera del Governo lasci travedere un proposito deliberato ed aperto di far diretta opposizione all'Imperatore.
      L'impresa non è senza difficoltà, la posizione del governatore è ardua e delicatissima. Ma appunto perciò la cosa merita tutto l'impegno per parte della S.V. Ill., la quale riuscirà, spero, a vincere gli ostacoli ed a mantenere codeste popolazioni nella calma in cui furono finora.
      La stessa difficoltà della posizione dev'essere per Lei un eccitamento per rimanere al posto che Le fu affidato. Il Re ed il Governo fanno assegnamento sul di Lei patriottismo e questa loro confidenza, io non ne dubito, non andrà fallita. Ella non vorrà in questi gravi momenti in cui si ha bisogno della cooperazione di tutti, creare ostacoli al ministero colla demissione dal posto ch'Ella sa sì bene coprire. Aggiunga, restandovi, una prova di più alle molte già date della sua devozione alla causa nazionale.
      La prego di voler dare comunicazione confidenziale della presente al signor avvocato generale di Chambéry. Essa servirà di risposta alle lettere da lui scritte sullo stesso argomento al ministro guardasigilli, il quale è pienamente d'accordo con me a questo riguardo.
      Gradisca ecc.
                                                                                                                      C. Cavour

divisore
Nomi citati:
Orso Serra, avvocato generale di Chambéry, Re, ministro guardasigilli, Casa di Savoia, Imperatore.
Toponimi citati:
Torino, Chambéry, Savoia, Francia, Italia, Alpi.

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