DIC
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1859

Cavour, Camillo Benso di a Oytana, Giovanni Battista 1859-12-04 #3804


Mittente:
Cavour, Camillo Benso di.
Destinatario:
Oytana, Giovanni Battista.
Data:
04 Dicembre 1859.

      Caro Ministro,
      La corsa ch'io ho dovuto fare a Torino per motivi a lei noti, ha recato indugio all'esame ch'ella mi ha incaricato di fare del progetto di legge sulle Camere di commercio. Reputando essere necessario intorno al medesimo un'immediata determinazione, mi affretto di mandarle alcune osservazioni di cui ella farà quel caso che crederà.
      Art. 4. Non posso ammettere che le Camere sieno corpi rappresentativi, e che perciò si debba conservare l'art. 4 come è concepito. Le Camere sono corpi consultivi, investiti di alcune attribuzioni amministrative ad esse per eccezione affidate o dal governo o dalla legge.
      Se ella adotta questo principio, i primi articoli vogliono essere modificati, distruggendo ogni traccia di rappresentanza, di giurisdizione territoriale e indicando essere questi corpi locali, destinati a consigliare, ed ad amministrare determinati stabilimenti.
      Questo nuovo sistema porta seco un cambiamento radicale nel modo di elezione, ciasched'una camera dovrebbe essere eletta dai commercianti della città in cui ha sede, e le condizioni elettorali non dovrebbero essere uniformi. Ammesso questo principio, si dovrebbero lasciare alle Camere gli immobili ed i capitali che ora posseggono; ma gli si deve togliere il godimento di alcuni diritti regali di cui ora godono, fra i quali è importantissimo ed anomalissimo quello di riscuotere la tassa sulle assicurazioni attribuito alla Camera di Genova.
      Se la S.V. Car. dividesse queste mie idee, sarebbe miglior consiglio il fare un nuovo progetto, che riconfermare quello ch'ella mi ha comunicato. Quando poi credesse la mia proposta inaccettabile, in allora sarei di parere di non modificare in virtù dei pieni poteri lo stato attuale delle cose sia negli antichi come nei nuovi domini.
      Non ho qui i libri ed i documenti che si richieggono a formolare le mie idee in articoli di legge; ma son certo che il nostro Scialoja, ove così a lei piacesse, lo potrebbe fare in poche ore.
      Al punto in cui stavo per partire, Dabormida venne dirmi che era determinato ha [sic] dare le sue dimissioni, se il Consiglio [non] adottava la mia proposta. Se egli ha mandato ad effetto questa determinazione la supplico a non imitarlo. La sua presenza è indispensabile nel gabinetto.
      Mi creda ora e sempre con devoti sensi
                                                                                                         Suo af.to amico
                                                                                                             C. Cavour

divisore
Nomi citati:
Giovanni Battista Oytana, Scialoja, Dabormida.
Toponimi citati:
Torino, Genova.

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