SET
24
1859

Cavour, Camillo Benso di a Dabormida, Giuseppe 1859-09-24 #3700


Mittente:
Cavour, Camillo Benso di.
Destinatario:
Dabormida, Giuseppe.
Data:
24 Settembre 1859.

                                                                                                24 settembre 1859
      Carissimo amico,
      Lasciate ch'io cominci dal rallegrarmi con voi all'idea che siate per venire ad abitare sotto il mio tetto. Così vicini avremo maggiore opportunità di comunicarci reciprocamente le nostre viste politiche, e di discuterle con quella sincerità e dirò anche vivacità che è propria di coloro che sentono fortemente e sono persuasi dell'altrui buona fede. 
      Scrivo a Renaldi di mostrarsi facile con voi, confidando che dal lato vostro non sarete di troppo esigente.
      Vi ringrazio dell'avermi mandato la risposta del Re alla deputazione Romagnola. Parmi corrispondere a quanto Castelli già mi aveva comunicato annuente Rattazzi.
      Ho letto attentamente il progetto di nota circolare: e non vi ho trovato nulla da mutare o da sopprimere. Solo vorrei che si aggiungessero intorno alle Romagne alcune frasi, per accennare come non si possa aspettare dalle riforme papaline alcun pro, e ciò desumendolo dall'indole stessa del governo romano, che costringe il Papa a sacrificare la società civile all'idea religiosa.
      Si dovrebbe introdurre l'idea: potere più facilmente un Pontefice assentire alla separazione di alcune provincie, siccome subì la separazione dell'oltre Po Ferrarese, che non indursi a sanzionare la promulgazione nei suoi Stati del codice civile francese o sardo.
      Potrei suggerire alcune modificazioni meramente letterarie, onde emendare qualche frase che sa troppo dell'italiano. Ma voi lo potete fare meglio di me, che maneggiate molto bene la lingua francese. Quando non lo voleste fare per non offendere in Carruti la dignità dell'accademico, non vi sarebbe gran male. Le cancellerie di Londra e di Berlino scrivono in francese assai meno elegantemente che il Carruti noi faccia.
      Vedo con dispiacere che gli [sic] ingiuste critiche della stampa vi dian fastidio. Nella condizione in cui il Governo trovasi rispetto alla Francia, reputo un bene che siate accaggionato di soverchia prudenza, direi quasi di timidità. Deve giovarvi assai il potere dimostrare a Latour d'Auvergne essere l'opinione pubblica molto più decisa del ministero. Per questo motivo non ho biasimato l'ultimo articolo di M. d'Azeglio, il quale farà vedere all'Europa qual sia l'opinione degli uomini di Stato che hanno fama di rappresentare la parte la più moderata e la più peritosa del partito moderato. Lo dissi schiettamente a Massimo quando venne a trovarmi; esso era turbato da una lettera molto affettuosa, ma piena di rimproveri che Lamarmora gli aveva scritto. Se Lamarmora riflette all'impressione che gli articoli di Massimo fanno in Europa e specialmente in Inghilterra, non deve badare ai commenti a cui possono dar luogo nei giornali del paese.
      Consento con voi nel dire essere assai difficile l'indicare il da farsi ora nell'Italia Centrale. Richiesto io, dopo che qui sono, del mio parere intorno al progetto di nominare a Reggente dei vari paesi datisi al Piemonte, il Principe di Carignano, risposi affermativamente, subordinatamente però alle tre seguenti condizioni:
      1°. che il Principe fosse nominato spontaneamente da ciasched'una assemblea senza accordo preconcetto.
      2°. che il Principe fosse nominato Reggente senza che fosse detto ch'ei governerebbe in nome di V.E.       
      3°. che il Governo nostro rimanesse affatto estraneo a questa nomina, che anzi non fosse neanco interpellato intorno ad essa.
      Non so se consentirete nell'opinione da me manifestata. Non me l'avrò a male se la biasimerete, ma credo che sarebbe errore il cercare ad impedire che venisse adottata; giacché se non vogliono costringere gl'Italiani del centro a rimanere nell'assoluto provvisorio, temo che possan nascere tali eventi che distruggano l'opera mirabile che essi in pochi mesi hanno edificata.
      Poiché vi scrivo, vi prego di un favore. Ed è di consegnare a Rattazzi la qui unita lettera, che mi fu diretta dal marchese Araldi, Podestà di Cremona, per raccomandarmi il Sig. Sacchini. Ove il bene del pubblico servizio fosse conciliabile con la raccomandazione del Sig. Podestà ne sarei lietissimo.
      Salutate Rattazzi e Lamarmora e credete alla sincera mia amicizia.
                                                                                                  C. Cavour

divisore
Nomi citati:
Dabormida, Renaldi, Castelli, Rattazzi, Papa, Pontefice, Carruti, Latour d'Auvergne, M. d'Azeglio, Massimo, Lamarmora, Principe di Carignano, Araldi, Sacchini.
Toponimi citati:
Romagne, Londra, Berlino, Francia, Europa, Inghilterra, Carignano, Cremona.

Allegati